Le schede anagrafiche piloti
Nazionalità |
Francese |
Data di Nascita |
4 Luglio 1948 |
Luogo di nascita |
Pontcharra, Grenoble (Francia) |
Carriera con la Ferrari |
|
Stagioni |
3 (1983-1984-1985) |
GP disputati |
32 |
Gran premi vinti |
3 (Canada, Germania e Olanda 83) |
Secondi posti |
4 |
Terzi posti |
4 |
Quarti posti |
2 |
Quinti posti |
3 |
Sesti posti |
2 |
Titoli mondiali vinti |
- |
Pole position |
4 (San Marino, USA East, Canada e Gran Bretagna 83) |
Risultati nel campionato del mondo F1 con la Ferrari |
|
1983 (Ferrari 126 C3) |
3° (49 punti) |
1984 (Ferrari 126 C4) |
5° (27 punti) |
1985 (Ferrari 156- 85) |
17° (3 punti) |
Profilo: Pilota combattivo e corretto, era noto per il suo parlare franco. Ritenuto come uno dei più veloci di tutto il circus, secondo molti non riuscì mai ad esprimere appieno il suo potenziale,ma è tuttora ricordato come una delle figure più famose della Formula 1 di quegli anni. CarrieraLe formule minoriTrasferitosi da giovane a Moncalieri cominciò la propria carriera lavorando come meccanico e lucidando le teste dei motori. Questa esperienza, a detta del pilota, lo avrebbe aiutato poi negli anni successivi a sviluppare le vetture che guidava.Nello stesso periodo gareggiava nei kart in Italia. Nel 1972 si iscrisse poi ad una scuola di pilotaggio della ELF[6] e di lì a breve prese parte al campionato di Formula Renault francese, di cui vinse il titolo nel 1973. Approdato nel 1976 in Formula 2 con il team Martini, nel primo anno ottenne buoni risultati, con quattro vittorie, ma venne battuto all'ultima gara e per un solo punto dal connazionale Jean-Pierre Jabouille. Nel 1977 riuscì invece ad imporsi vincendo il campionato. Formula 1L'arrivo in massima serie
Questo costituì il naturale viatico per l'accesso alla Formula 1, in cui in effetti esordì nel 1978 alla guida del Team Martini. Visti i limitati mezzi della scuderia e la scarsità di mezzi tecnologici a disposizione,Arnoux non ebbe granché modo di mettersi in evidenza. La mancanza di sponsor causò poi difficoltà economiche che portarono il team a ritirarsi a stagione non ancora terminata, ragion per la quale il francese si accasò alla Surtees, anch’essa tuttavia sull'orlo del fallimento economico. Gli anni in Renault
All’inizio del 1979 Arnoux fu ingaggiato dalla Renault, scuderia dalle grosse ambizioni in Formula 1 che stava sperimentando i primi motori turbo, per affiancare il suo compatriota e prima guida Jean-Pierre Jabouille. L'inizio stagione fu avaro di risultati per entrambi i piloti del team, con Arnoux costretto al ritiro in cinque delle prime sette gare. La Renault, poi, vinse solamente il Gran Premio di casa, con Jabouille, ma fu proprio quella fu la corsa che impose all’attenzione di tutti René Arnoux. Accadde infatti che, negli ultimi giri, con Jabouille già avviato tranquillamente alla vittoria, Arnoux ingaggiò con Villeneuve un acceso duello per la conquista del secondo posto. I due piloti si superarono l'un l'altro più volte, abbassando ripetutamente il giro più velocee arrivando anche a toccarsi in alcune occasioni, cercando comunque di mantenere la massima correttezza.Alla fine fu Villeneuve ad ottenere la seconda piazza, sia perché il francese cominciava ad accusare problemi al motore sia perché fu abile a sfruttare un errore del rivale. Quell’episodio è ricordato ancora oggi come uno dei più intensi e spettacolari della storia dell’automobilismo sportivo e rafforzò ulteriormente l'amicizia tra i due piloti, interrotta solo dalla morte di Villeneuve a Zolder nel 1982 Nel prosieguo della stagioni i risultati migliorarono, tanto che Arnoux riuscì ad ottenere altri due podi, concludendo infine il campionato in ottava posizione.
Il 1980 coincise con il primo successo di Arnoux nella massima serie automobilistica, conquistato alla seconda gara della stagione e replicato al successivo Gran Premio, grazie anche, nel secondo caso, all'altitudine, che favoriva i motori turbo. Arnoux si ritrovò quindi in testa al mondiale, posizione che mantenne fino al Gran Premio di Monaco, dopo il quale fu scavalcato da Nelson Piquet. La seconda parte di stagione, però, fu caratterizzata da una serie di problemi, tra i quali un problema all'acceleratore al Gran Premio di Francia che gli fece perdere alcune posizioni mentre lottava per la seconda piazza, che non permisero più ad Arnoux di vincere una gara. In effetti, grazie alla velocità offerta dal motore Renault, il francese poté realizzare diverse pole position in prova ufficiale, che tuttavia si concretizzarono in numerosi ritiri in gara perché il motore era tanto veloce quanto inaffidabile sulla distanza. Tuttavia, questo fu sufficiente perché si parlasse di Arnoux come uno dei piloti più veloci del lotto.
Nel 1981 Arnoux si ritrovò un nuovo compagno di squadra: dopo un grave incidente subito alla fine della stagione precedente Jean-Pierre Jabouille aveva lasciato la scuderia e al suo posto era stato ingaggiato il giovane Alain Prost. L'inizio stagione fu molto difficile per il pilota francese, soprattutto perché si aspettava l'introduzione della Renault RE30 in sostituzione della RE20, tanto che mancò anche la qualificazione al Gran Premio del Belgio. Nella seconda parte di stagione, però, le sue buone prestazioni in prova non si concretizzarono in gara, in quanto non andò mai oltre un secondo posto, ottenuto al Gran Premio d'Austria. Il pilota transalpino venne però spesso danneggiato pure da inconvenienti tecnici, in quanto avrebbe potuto vincere il Gran Premio di Gran Bretagna se non fosse stato fermato da un guasto al motore. Il suo compagno di squadra, però, era regolarmente più veloce di lui e tra i due non vi era simpatia, che si sarebbe tramutata in accesa rivalità l'anno seguente. Arnoux chiuse quindi la sua stagione con soli undici punti ottenuti al nono posto in classifica piloti.
La stagione 1982 vide Arnoux partire in pole position nel primo Gran Premio, grazie anche all'altitudine che favoriva le vetture munite di motore turbo. Concluse la gara al terzo posto, ma per tutta la prima parte di stagione non riuscì ad ottenere alcun risultato di rilievo, costretto al ritiro da incidenti o inconvenienti tecnici. Al Gran Premio di Francia, poi, il conflitto con il compagno di squadra raggiunse il culmine: quel giorno la Renault realizzò la prima doppietta in Formula 1 della sua storia, ma a imporsi fu proprio Arnoux davanti al compagno di squadra. Furioso, nel dopogara Prost si dichiarò tradito dal suo compagno di squadra, visto che a suo dire questi non avrebbe rispettato l’ordine di scuderia di lasciar vincere colui che tra i due fosse meglio piazzato. Arnoux ribatté semplicemente che non gli risultavano esservi ordini di scuderia di qualsiasi tipo, e che quindi lui era libero di giocarsi le sue carte in gara come meglio gli conveniva. Questo episodio, determinò comunque la fine del rapporto con la casa francese, che lo lasciò quindi libero di passare alla Ferrari per l'anno successivo.Già a Monza venne infatti annunciata la firma del contratto con la scuderia di Maranello,che aveva perso durante la stagione Villeneuve e Pironi. Arnoux vinse poi il Gran Premio d'Italia proprio davanti alle due Ferrari di Tambay e Andretti. Chiuse quindi la sua stagione sesto, con ventotto punti ottenuti. Il passaggio in Ferrari
Nel 1983 Arnoux ebbe la possibilità di competere, insieme al suo compagno di squadra Tambay, per il campionato del mondo. La stagione, però, iniziò in sordina, con appena otto punti conquistati nelle prime sette gare, che attirarono al pilota francese alcune critiche da parte dei tifosi. Al Gran Premio del Canada, però, Arnoux conquistò la prima vittoria stagionale, dopo essere partito dalla pole position e rimettendosi quindi in gioco per il campionato mondiale. A partire poi dal Gran Premio di Germania venne messa a disposizione dei piloti la nuova vettura, la 126 C3, di cui a Maranello erano entusiasti, con cui il francese vinse al debutto. A questo piazzamento seguirono un altro successo e due secondi posti che catapultarono Arnoux a due punti da Prost quando mancavano due gare alla fine. Al Gran Premio d'Europa, però, il ferrarista non andò oltre il nono posto e il ritiro per un cedimento del motore a Kyalami ne decretarono la definitiva sconfitta in chiave mondiale. Chiuse quindi la stagione al terzo posto, suo miglior risultato di sempre, con quarantanove punti ottenuti.
L’anno successivo Arnoux si trovò come nuovo compagno di squadra Michele Alboreto, che godeva di maggior considerazione da parte della stampa nazionale, la quale, durante la stagione, osteggiò a più riprese il francese, accusandolo di essere inconcludente e incapace di guidare la propria vettura, critiche che provenivano occasionalmente pure dall'interno del team. Il francese si ritrovò quindi nuovamente sotto pressione. La stagione 1984 fu, però, dal duello tra i piloti McLaren Niki Lauda e Alain Prost. Durante i test invernali i risultati furono discreti, ma nelle prime due gare non ottenne alcun risultato utile, venendo costretto al ritiro in entrambe le occasioni. Il primo risultato utile venne conquistato al Gran Premio del Belgio, con Arnoux in grado di conquistare un terzo posto, dietro a Warwick e al vincitore Alboreto. Seguì poi una serie di quattro risultati utili consecutivi, tra cui due podi. Nonostante ciò Enzo Ferrari non perdeva occasione per attaccarlo; nel mentre il francese denunciava i limiti della vettura, in contrapposizione alle dichiarazioni ottimistiche di Alboreto. Durante l'estate ottenne comunque il rinnovo del contratto anche per la stagione seguente. L'ultimo acuto della stagione fu un secondo posto ottenuto al Gran Premio degli Stati Uniti, dopodiché arrivarono solo alcuni piazzamenti a punti. Concluse, infine, l'annata sesto con ventisette punti.
Nel 1985, dopo appena una gara, tra l'altro conclusa al quarto posto, Arnoux fu inaspettatamente licenziato dalla Ferrari e sostituito dallo svedese Stefan Johansson, ufficialmente per un problema fisico,] ma le vere ragioni rimangono tuttora sconosciute e né il francese né la scuderia hanno mai contribuito a chiarire i motivi dell'esclusione dal team di Arnoux. Praticamente senza un volante per tutta la stagione, passò il resto dell'anno a cercare un contratto per il campionato successivo, forte ancora dell'appoggio della Marlboro. Inizialmente sembrava certo il suo passaggio alla Toleman, ma alla fine venne messo sotto contratto dalla Ligier. Le ultime stagioni in Ligier
Accasatosi quindi alla Ligier, nelle sue ultime stagioni Arnoux non riuscì più a conquistare alcuna vittoria. Nonostante ciò nel 1986 riuscì ad ottenere discreti risultati. Alla prima gara della stagione arrivò quarto dopo essere partito dalla medesima posizione, risultato conquistato in altre due occasioni durante l'anno. Sarebbe pure potuto salire sul podio al Gran Premio di Gran Bretagna se non si fosse dovuto fermare due volte ai box per sostituire le gomme, che degradavano troppo velocemente.[24] Durante l'anno si parlò poi di un suo eventuale abbandono della scuderia in quanto non era d'accordo con l'adozione dei motori Alfa Romeo, ritenuti poco affidabili da pilota.[25] Alla fine della stagione Arnoux non andò oltre il decimo posto in classifica piloti, con quattordici punti.
Poche settimane prima dell'inizio della stagione Arnoux fu protagonista di un grave incidente sulla pista di Jerez, dove la sua vettura uscì di pista a circa 300 chilometri orari.La vettura venne completamente distrutta, mentre il pilota rimase ferito in maniera non grave. Ripresosi in breve tempo, durante gli ultimi test stagionali si espresse con durezza nei confronti dei motori Alfa Romeo, accusando pure i tecnici della scarsa affidabilità dei propulsore, dichiarazioni che contribuirono alla rottura del contratto tra il team francese e la casa italiana, anche se un ruolo ancor più importante lo giocò la FIAT, che aveva da poco rilevato l'Alfa Romeo. La Ligier dovette quindi ricorrere ai motori Megatron e fu costretta a saltare il primo Gran Premio stagionale. Rientrato per il Gran Premio di San Marino, Arnoux non prese il via a causa di un problema ad una sospensione. Al Gran Premio del Belgio, però, riuscì ad ottenere un sesto posto e quindi un punto, unico risultato utile conquistato durante la stagione. Il resto dell'anno fu caratterizzato da vari ritiri e piazzamenti fuori dalla zona punti.
Il 1988 consentì al pilota francese di togliersi ben poche soddisfazioni, nonostante la Ligier avesse messo a disposizione un nuovo telaio e avesse concluso un accordo con la Judd per la fornitura di motori, ritenuti di discreta qualità. La causa del fallimento fu un'errata progettazione della vettura da parte di Michel Tetu, che pose il serbatoio alle spalle del motore, al contrario di quanto avveniva solitamente. Per due volte, inoltre, il pilota mancò la qualificazione e in gara il suo miglior risultato fu un decimo posto, ottenuto al Gran Premio del Portogallo. Frequenti furono pure i ritiri, che toccarono quota nove in sedici gare. Arnoux chiuse quindi la stagione senza aver conquistato alcun punto.
Anche il 1989 si rivelò molto difficile per il pilota transalpino. La nuova vettura si rivelò scarsamente competitiva, tanto che mancò la qualificazione in tre delle prime cinque gare, inoltre le sue prestazioni in pista erano spesso inferiori a quelle del suo giovane compagno di squadra Olivier Grouillard. Al Gran Premio del Canada, però, Arnoux conquistò un quinto posto di grande importanza per la scuderia, in quanto permetteva di evitare di partecipare alle pre-qualifiche. Alcune settimane più tardi fu anche protagonista di un incidente durante alcuni giorni di test a Circuito di Silverstone dal quale uscì illeso, nonostante lo schianto fosse avvenuto a oltre duecento chilometri orari. A fine anno, poi, annunciò il ritiro dalla Formula 1, chiudendo la sua ultima stagione con due punti ottenuti. Gli ultimi anniDopo il ritiro è stato, nel 1997, commentatore delle gare di Formula 1 per la Rai TV. Oggi René Arnoux è attivo nel mondo del karting indoor, e recentemente è stato tra i piloti invitati a disputare il campionato Grand Prix Masters, riservato alle vecchie glorie di Formula 1. E',Inoltre, co-fondatore del team di GP2 DAMS |
Nazionalità ITALIANA |
Data di Nascita 23 DICEMBRE 1956 |
Luogo di nascita MILANO |
Morto il 25 aprile 2001 (sul circuito del Lausitzring Germania) |
Carriera con la Ferrari |
Stagioni DAL 1984 AL 1988 |
GP disputati 194 |
Gran premi vinti 5 |
Titoli mondiali vinti 2 POSTO 1985 |
Pole position 2 |
Risultati nel campionato del mondo F1 con la Ferrari |
1984 (Ferrari 126 C4 V6 Turbo) |
1985 (Ferrari 156/85 V6 Turbo) |
1986 (Ferrari F1/86 V6 Turbo) |
1987 (Ferrari F1/87 V6 Turbo) |
1988 (Ferrari F1/88C V6 Turbo) |
Profilo: Vicecampione del mondo di Formula 1 nel 1985, vinse in tutto cinque Gran Premi nella massima formula. Oltre che in Formula 1 Alboreto corse anche nelle competizioni con vetture a ruote coperte; si aggiudicò, tra le altre, la 24 Ore di Le Mans del 1997 e la 12 Ore di Sebring del 2001. Nel 2001 ha perso la vita sul circuito di Lausitzring durante una sessione di prove libere private. EsordiGli esordi, nel 1976, lo vedono impegnato nel campionato Formula Monza al volante di una vettura del Team Salvati, conquistando l'anno seguente il 3º posto nello stesso campionato. Campione di Formula Fiat Abarth nel 1978, corre anche in Formula Italia, nei campionati italiani ed europei di F3, vincendo quest'ultimo nel 1980, al volante di una March-Alfa Romeo. Nel 1981 esordisce in F2 nel team Minardi, ma in quegli anni fa anche parte della squadra ufficiale Lancia Martini Racing impegnata nel Campionato mondiale Endurance con la Beta Montecarlo e la LC1. Formula 1Gli anni in TyrrellGrazie ai buoni risultati ottenuti nelle formule minori nel 1981 debutta in Formula 1, alla guida di una Tyrrell-Ford, al gp di San Marino. Ma la scarsa affidabilità e potenza della sua vettura gli causano problemi e più volte è costretto al ritiro o alla partenza da posizioni arretrate. Nel 1982 Alboreto, ormai più maturo e munito di una Tyrrell più potente, ottiene il settimo posto in classifica piloti (a pari punti con Tambay) e centra il suo primo successo nella massima serie, al GP di Las Vegas, bissato, l'anno successivo, a Detroit. Il passaggio in FerrariFerrari 126C4
Le sue buone prestazioni gli valgono nel 1984 la chiamata in Ferrari. Con la rossa Alboreto conquista: la sua prima pole position e vittoria nel GP del Belgio a Zolder, due secondi posti ai Gran Premi d'Italia e d'Europa ed un terzo posto al Gran Premio d'Austria. Giunge 4° nella classifica finale del Campionato del Mondo.
Il 1985 è la grande occasione per la conquista del titolo. Il campionato parte molto bene per il pilota italiano, che in Brasile, dopo essere partito dalla pole position, giunge secondo dietro Alain Prost, suo rivale principale. Risultato che ripete quindici giorni dopo in Portogallo, solo che stavolta il francese della McLaren esce di pista dopo trenta giri e Michele si ritrova solo in testa alla classifica con dodici punti. Si arriva quindi al Gp di San Marino, a Imola. Alboreto è quarto in griglia, Prost sesto. Alla partenza l'italiano guadagna la terza piazza ma il pilota della McLaren è subito dietro e tenta più volte di insidiarne il terzo posto. Il ferrarista decide quindi di passare all'attacco e supera Elio De Angelis, che lo precede, ma al 29º passaggio la sua monoposto ha problemi all'alternatore e Michele è costretto al ritiro. Prost quindi, senza il suo rivale, si mette in seconda posizione. Intanto l'altro ferrarista Johansson comincia una rimonta che lo porterà fino in seconda posizione. A tre giri dalla fine il colpo di scena: Ayrton Senna, leader della corsa si ritira. Johansson è quindi in testa, ma a causa del serbatoio vuoto anche l'altro ferrarista si ritira. Prost, quindi vince, ma la sua vettura è trovata sottopeso e questo porta alla squalifica del pilota francese, rimettendo in gioco il mondiale. A Montecarlo, quarto appuntamento della stagione. Ancora una volta il duello vede opposti Prost e Alboreto. Alla partenza Senna, ancora poleman è in testa, ma dopo tredici giri, il motore lo tradisce. Alboreto passato in testa, è costretto poi a rallentare, a causa di alcuni problemi al propulsore, e Prost ne approfitta per vincere, mentre l'italiano si accontenta del secondo posto. La classifica vede i entrambi contendenti a 18 punti. Il 16 giugno si corre in Canada. Le Ferrari occupano la seconda fila, Prost è quinto. I due piloti della rossa, dopo 70 giri sfrecciano sul traguardo realizzando una grande doppietta, mentre Prost giunge terzo. Alboreto è quindi solo in testa alla classifica, posizione che si rafforzerà il 23 giugno con il ritiro di Prost e la conquista del terzo posto a Detroit. Si ha poi un tira e molla fino al Gp d'Olanda, quando Prost guadagna tre punti di vantaggio. Intanto in Ferrari si ha un repentino cambio delle turbine del motore, per aumentare la potenza della vettura, e il tutto sarà determinante per il mondiale. Alboreto vedrà, nelle ultime cinque gare, cinque ritiri, causati dalla rottura continua del propulsore e non andrà più a punti. Prost conquisterà quindi l'iride, con 20 punti di vantaggio sul pilota italiano della Ferrari. Il Gp di Germania di questa stagione segna la sua ultima vittoria su un'auto di Formula 1 ed è, al 2009, l'ultima di un italiano su una Ferrari.
Esclusa l'ipotesi di passare alla Williams, resta alla Ferrari anche negli anni successivi. La stagione 1986 è una delle peggiori della storia della Ferrari, Alboreto ottiene un solo secondo posto, in Austria. Nel tentativo di risollevarsi, la Ferrari arruola John Barnard, tecnico delle McLaren vincitrici nelle ultime stagioni. Nel 1987 Alboreto centra due terzi posti, a Imola e Montecarlo, ad inizio campionato. Le prestazioni delle Ferrari aumentano nettamente nella seconda metà della stagione, ma soprattutto quelle del compagno di squadra di Alboreto, Gerhard Berger: Alboreto ottiene infatti solo un secondo posto, al Gran Premio d'Australia, e proprio alle spalle di Berger. Nel 1988 la Ferrari è data tra le favorite nella lotta per il titolo, ma i risultati attesi non arrivano: la stagione si conclude con delusione: Alboreto ottiene solo un secondo posto, al Gran Premio d'Italia. Gli ultimi anni
Archiviata l'esperienza ferrarista, Alboreto ritorna alla Tyrrell. Il team inglese, da anni in difficoltà, dopo un quinto posto a Montecarlo, conquista, con Alboreto, il terzo posto al Gran Premio del Messico. Sembra l'inizio del riscatto, ma, causa un cambio di sponsor, Alboreto viene posto fuori squadra; dopo un paio di gare da spettatore, fa ritorno nei Gran Premi con la Lola del team Larrousse, ottenendo però scarsi risultati, tra cui alcune mancate qualificazioni
Dal 1990 al 1992 corre per la Arrows poi divenuta Footwork. Totalmente fallimentari le prime due stagioni, dove non ottiene nemmeno un punto, un po' più positiva l'ultima, con alcuni piazzamenti, sei punti in classifica e il decimo posto in campionato.
Nel 1993 disputa un'altra stagione deludente con la Lola del team Scuderia Italia. Nella sua ultima stagione in F1, quella del 1994, è alla Minardi: non ottiene alcun risultato di rilievo, e, a fine campionato, annuncia il suo ritiro dalla categoria. Nel GP di San Marino del 1994, il ferimento di quattro meccanici causato dalla perdita di uno pneumatico della sua Minardi durante l'uscita dai box a circa 140 km/h, convince la federazione ad apportare modifiche sostanziali al regolamento, prevedendo una velocità moderata nella pit-lane. Vittorie
Gli anni successiviGareggia nel DTM, il campionato turismo tedesco, poi nei campionati Sportprototipi e nel 1996 nel campionato Indy Racing League. Successivamente si limita a correre poche corse, la 24 Ore di Le Mans vinta nel 1997 al volante di una Porsche del team Joest Racing, e l'American Le Mans Series Nel 1999 passa al team Audi con cui ottienne, nel 2001, la sua ultima vittoria in una competizione motoristica nella 12 Ore di Sebring in coppia con Capello e Aiello La morteIl 25 aprile 2001 muore in un incidente al Lausitzring, mentre effettua i collaudi delle nuove Audi R8 Sport in preparazione della 24 Ore di Le Mans del 2001. Alboreto era alla guida lungo un rettilineo, quando la sua auto uscì dal tracciato, colpì una recinzione sulla destra e si capovolse oltre, dopo un volo di un centinaio di metri. La morte sopraggiunse sul colpo, secondo fonti di analisi. Le cause sono ancora ignote; l'Audi comunicò agli investigatori che il prototipo (distruttosi nell'impatto) aveva già completato migliaia di chilometri su molti circuiti, preparandosi per la stagione 2001, senza alcun problema. Il responsabile della sicurezza del Lausitzring, Klaus Steinmetz, fece notare che l'incidente avrebbe potuto essere causato dall'esplosione di uno pneumatico, perché "pur senza voler andare più rapido dell'indagine, ma tutti i dettagli noti suggeriscono questo particolare". La ruota in questione sarebbe stata la posteriore sinistra: questo spiegherebbe il perché Alboreto si sia schiantato a destra. Dai fatti, gli investigatori supposero che né il pilota, né il circuito fossero responsabili per l'incidente. Il manager del Lausitzring, Hans-Jorg Fischer, comunicò che le ambulanze di stanza presso il tracciato impiegarono solo due minuti per raggiungere la scena dell'incidente; un elicottero arrivò tre minuti più tardi, ma i medici dichiararono che non avrebbero potuto far nulla per salvare Alboreto. Al termine delle indagini, i comunicati diramati confermarono che le perizie avevano trovato in una gomma forata, che aveva gradualmente perso pressione, la causa della disgrazia: non si trattò, dunque, né di colpa del pilota, né di cedimento meccanico. Risultati completi in Formula 1Risultati completi in carrieraRiconoscimenti non sportivi
Bibliografia
CuriositàEra il cugino dell' attore Massimo Boldi |
Nazionalità |
Svedese |
Data di Nascita |
8 Settembre 1956 |
Luogo di nascita |
Växjö (Svezia) |
Carriera con la Ferrari |
|
Stagioni |
2 (1985-1986) |
GP disputati |
31 |
Gran premi vinti |
- |
Secondi posti |
2 |
Terzi posti |
4 |
Quarti posti |
5 |
Quinti posti |
2 |
Sesti posti |
2 |
Titoli mondiali vinti |
- |
Pole position |
- |
Risultati nel campionato del mondo F1 con la Ferrari |
|
1985 (Ferrari 156-85) |
7° (26 punti) |
1985 (Ferrari F1-86) |
5° (23 punti) |
Profilo: Il suo miglior risultato in F1 è stato un 2º posto, risultato raggiunto per 4 volte. È il pilota, assieme a Nick Heidfeld, che ha ottenuto più podi in generale nel mondiale (12, frutto di 8 terzi posti e 4 secondi), senza mai vincere. Primi anni Formula 1La carriera vera e propria di Johansson in Formula 1 iniziò nel 1983 (dopo una tentata qualificazione al Gran Premio dell'Argentina del 1980) alla guida della modesta Spirit. L'anno successivo venne ingaggiato dalla Tyrrell, con cui conquista tre punti. Corse alcune gare anche in Toleman. Gli anni in Ferrari
Nel 1985, dopo aver corso il primo Gran Premio stagionale con la Tyrrell venne chiamato dalla Ferrari per sostituire René Arnoux, licenziato dalla casa italiana per motivazioni mai chiarite.Dopo un ottavo posto in Portogallo, al Gran Premio di San Marino riuscì a rimontare dalla quindicesima posizione fino a portarsi alla testa della corsa. A tre giri dalla fine, però, fu costretto a ritirarsi in quanto rimase senza benzina, anche a causa di un'errata gestione della strategia] L'episodio gli attirò comunque grande simpatia sia da parte dei tifosi, che dei giornalisti, che lo paragonarono a Gilles Villeneuve.[2] La squalifica di Prost gli permise comunque di ottenere il primo punto dell'anno. In Canada, poi, arrivò secondo dietro all'altro ferrarista Alboreto, risultato che replicò anche al successivo appuntamento mondiale, dopo che il compagno di squadra gli aveva dato strada in quanto lo svedese era più veloce, e nonostante fosse afflitto da problemi ai freni. Dopo questa gara si rese protagonista di un'altra rimonta che lo portò a raggiungere il quarto posto in Francia, non riuscì più a salire sul podio. A settembre gli venne quindi rinnovato il contratto per l'anno seguente, scacciando le voci di un probabile arrivo di De Cesaris o di De Angelis. A fine stagione rischiò anche di non partecipare al Gran Premio del Sudafrica per la protesta delle varie federazioni sportive nazionali contro l'apartheid, ma alla fine riuscì a prendervi parte concludendo quarto.A causa del calo di prestazioni della vettura concluse settimo la stagione con ventisei punti ottenuti.
Per 1986 la Ferrari dichiarò di non poter lottare per il titolo e per questo Johansson si ritrovò nelle condizioni di poter combattere ad armi pari con il compagno di squadra, in quanto non era più considerato secondo pilota. Conquistò il primo podio al Gran Premio del Belgio, giungendo terzo. Nelle successive corse non riuscì più a raggiungere la zona punti e solo a partire dal Gran Premio d'Ungheria riuscì a tornare in zona punti, conquistando altri tre podi. Ottenne comunque il miglior risultato in carriera in classifica piloti: 5°.
Appiedato dalla Ferrari, nel 1987 Johansson passò in McLaren, anche grazie all'appoggio della Marlboro.[9] Nelle prime tre gare salì due volte sul podio e al Gran Premio del Belgio realizzò con il compagno di squadra Alain Prost una doppietta, giungendo secondo. Replicò poi questo risultato al Gran Premio di Germania e riuscì a salire sul podio in altre due occasioni, chiudendo la stagione con trenta punti. Gli ultimi anniQuello fu l'ultimo anno nelle posizioni alte della classifica, infatti l'anno dopo lo svedese passò ad una ormai decaduta Ligier, che lasciò nel 1989 per la Onyx. Portò però alla debole scuderia un terzo posto di grande valore in Portogallo. La carriera del pilota svedese in F1 terminò nel 1991. |
Nazionalità |
Austriaca |
Data di Nascita |
27 Agosto 1959 |
Luogo di nascita |
Wörgl, Innsbruck (Austria) |
Carriera con la Ferrari |
|
Stagioni |
6 (1987-1988-1989-1993-1994-1995) |
GP disputati |
96 |
Gran premi vinti |
5 (Giappone e Australia 87; Italia 88; Portogallo 89; Germania 94) |
Secondi posti |
8 |
Terzi posti |
11 |
Quarti posti |
11 |
Quinti posti |
3 |
Sesti posti |
5 |
Titoli mondiali vinti |
- |
Pole position |
4 (Portogallo, Giappone e Australia 87; Gran Bretagna 88) |
Risultati nel campionato del mondo F1 con la Ferrari |
|
Migliore risultato mondiale |
3° (1988-1994 Ferrari) |
1987 (Ferrari F1-87) |
5° (36 punti) |
1988 (Ferrari F1-88 |
3° (41 punti) |
1989 (Ferrari F1-89) |
7° (21 punti) |
1993 (Ferrari F93A) |
8° (12 punti) |
1994 (Ferrari 412T1) |
3° (41 punti) |
1995 (Ferrari 412T2) |
6° (31 punti) |
1996 (Benetton Renault) | 6° (21 punti) |
1997 (Benetton Renault) | 5° (27 punti) |
Profilo: E' un ex pilota automobilistico austriaco, che ha corso Formula 1, vincendo 10 Gran Premi. Formula 1ATS e ArrowsGerhard esordì nei Gran Premi alla fine del 1984 con la ATS motorizzata BMW turbo. A Monza arriva al sesto posto ma non gli viene assegnato il punto in classifica, in quanto il team aveva dichiarato all'inizio della stagione di schierare solamente il compagno di Berger, WInkelhock. L'anno successivo passò alla Arrows, ma i risultati latitarono fino ai Gran Premi di Sud Africa e Australia, dove in totale ottenne 3 punti. Benetton
Nel 1986 Berger fu acquistato dalla Benetton, scuderia che aveva rilevato la Toleman. Dopo alcune buone prestazioni a inizio stagione, tra cui un podio a Imola, la parte centrale della stagione fu caratterizzata da vari ritiri e piazzamenti fuori dalla zona punti. Al Gran Premio d'Austria le Benetton migliorarono i propri risultati. Proprio in occasione di questo appuntamento mondiale Berger era in testa quando un calo di pressione del motore gli fece perdere svariate posizioni fino a farlo concludere in settima piazza. Tre settimane più tardi, a Monza, Berger si trovava nuovamente a comandare la gara quando fu costretto a rientrare ai box e perse un giro, concludendo quinto. Inoltre, alla vigilia di questo Gran Premio, cominciarono a circolare voci di un suo passaggio in Ferrari per il 1987 e l'annuncio venne ufficializzato a fine mese. Al Gran Premio del Messico, infine, l'austriaco ottenne il suo primo successo in carriera, grazie anche all'efficienza degli pneumatici Pirelli, e chiuse la stagione settimo con diciassette punti conquistati. 1987 il primo periodo in Ferrari
La Ferrari vinse quindi la concorrenza delle altre scuderie e affiancò Berger a Michele Alboreto; il rapporto tra i due piloti, inizialmente, non fu buono. Alla prima gara della stagione l'austriaco giunse quarto, risultato che replicò anche a Monaco e a Detroit. A questi piazzamenti seguirono cinque ritiri consecutivi, il più importante dei quali al Gran Premio d'Ungheria, dove Berger si trovava secondo e girava sugli stessi tempi del leader della corsa Nigel Mansell. Qualche settimana dopo, in Portogallo riuscì a conquistare la prima pole position in carriera e stava guidando la corsa quando, a pochi giri dalla fine, andò in testa-coda a causa della pressione messa da Alain Prost e si dovette accontentare del secondo posto. La settimana seguente, durante il Gran Premio di Spagna, fu richiamato dai vertici della scuderia per aver tenuto un comportamento scorretto nei confronti del compagno di squadra. Nelle ultime due gare della stagione, poi, Berger riuscì ad ottenere due vittorie che gli permisero di concludere la stagione al quinto posto con trentasei punti conquistati.
La FIA decise di reintrodurre per il 1989 i motori aspirati e di bandire i motori turbo. La Ferrari decise quindi di concentrarsi sulla stagione successiva, facendo correre per il 1988 la vettura dell'anno precedente con alcune piccole modifiche.La McLaren, però, schierò in pista un'auto perfetta che le permise di dominare il mondiale piazzando Ayrton Senna primo e Alain Prost secondo, con 15 vittorie su 16 GP. Berger nulla poté contro questi avversari, salvo sperare in una occasione; questa arrivò a Monza, dove le due Ferrari ottennero una doppietta, l'ideale per onorare la scomparsa di Enzo Ferrari, avvenuta poche settimane prima. Alla fine del campionato fu terzo nel mondiale.
Nel 1989 la Ferrari decise di affiancare a Berger il pilota inglese Nigel Mansell. La nuova vettura presentava alcune innovazioni come il cambio semi automatico e un'aerodinamica avanzata. La stagione non fu buona: dopo un ritiro alla prima gara, dovuto ad una collisione con Senna, al secondo appuntamento mondiale, disputatosi a Imola l'austriaco fu vittima di un incidente. La sua vettura, uscita di pista a circa 280 km/h alla curva del Tamburello per la perdita di un'ala aerodinamica, prese immediatamente fuoco a causa della fuoriuscita di benzina, con Berger immobile dentro l'abitacolo in fiamme. Grazie all'immediato intervento degli addetti alla sicurezza Berger riuscì a sopravvivere riportando alcune ustioni di secondo grado alle mani e alle braccia e una costola rotta. Dopo aver saltato solo il successivo Gran Premio a Montecarlo, Berger si ripresentò al Gran Premio del Messico, ma il prosieguo della stagione fu caratterizzato da continui ritiri, complici le innumerevoli rotture del cambio semi-automatico. A luglio, intanto, venne ufficializzato il passaggio del pilota alla McLaren nel 1990, con un contratto triennale dal valore superiore ai trenta milioni di dollari.[12] Durante la stagione l'austriaco ebbe anche modo di protestare contro la sua scuderia, accusandola di privilegiare il suo compagno di squadra.[13] Solo al Gran Premio d'Italia poi Berger riuscì a realizzare i primi punti con un secondo posto, vincendo poi la successiva gara in Portogallo e concludendo ancora secondo in Spagna. Terminò la stagione con 21 punti, in settima posizione. McLaren
Gerhard lasciò la Ferrari passando alla McLaren, scambiando il suo sedile con Prost ed affiancando Senna. Col campione brasiliano nacque una grande amicizia, anche al di là delle corse, una sintonia che ricordò molto quella di Jody Scheckter e Gilles Villeneuve. Con la McLaren trascorse tre anni, dal 1990 al 1992, ottenendo 3 vittorie, tra cui una al Gp del Giappone 1991, quando Senna gli regalò la vittoria all'ultima curva come premio per avergli coperto le spalle in tutto il 1991.
Nel 1992 la McLaren, a differenza degli anni precedenti, non disponeva della vettura migliore del circus. Berger iniziò la stagione con un quinto e un quarto posto. Al Gran Premio del Brasile, poi, l'austriaco ebbe problemi fin dalla partenza e fu costretto a ritirarsi al quarto giro per problemi elettrici. Dopo un altro quarto posto in Spagna e due ritiri, di cui uno a Imola, in cui venne pesantemente contestato dai tifosi che lo ritenevano colpevole di aver provocato un incidente con il ferrarista Alesi, riuscì a vincere la prima gara della stagione in Canada. A questa vittoria seguirono alcune gare caratterizzate da ritiri e piazzamenti a punti, tra cui un quarto posto a Monza dopo essere partito dai box per un guasto, fino a quando ottenne un secondo posto in Portogallo. Durante questa gara vi fu uno spettacolare incidente con Patrese, causato da un'avventata manovra dell'austriaco in fase di rientro ai box, che costò a Berger un richiamo verbale da parte della FIA. Dopo aver replicato il risultato anche in Giappone, l'austriaco, anche grazie ad una sosta ai box non impeccabile dei meccanici Benetton,] riuscì a conquistare il secondo trionfo stagionale, chiudendo il campionato al quinto posto con quarantanove punti, uno in meno di Senna. Proprio nell'estate 1992 Berger decise di accettare l'offerta di un contratto da parte della Ferrari. Inizialmente si disse che il contratto prevedeva un costo per la scuderia italiana di 22 miliardi per due anni], cifra in realtà smentita e di molto inferiore. Il secondo periodo in Ferrari
Berger si trasferì quindi alla Ferrari dove si trovò come compagno di squadra Jean Alesi, con cui avrebbe corso per le successive cinque stagioni. I test invernali sulla F93 A furono deludenti e la vettura, oltre ad evidenziare vari problemi, fece registrare tempi molto più elevati rispetto alla concorrenza.[21] I risultati nelle prime gare, infatti, si rivelarono deludenti con due sesti posti e tre ritiri, dovuti in larga misura all'inaffidabilità delle sospensioni attive montate sulla vettura.[22] Al Gran Premio di Monaco, però, Berger riuscì a realizzare il secondo giro più veloce in assoluto in gara[23] e stava duellando con Hill per la conquista della seconda posizione quando fu costretto al ritiro per una collisione. Al successivo appuntamento mondiale ottenne poi un quarto posto, nonostante avesse avuto problemi con i freni, i quali tendevano spesso a surriscaldarsi.[24] Dopo alcune altre prestazioni deludenti l'austriaco riuscì a salire sul podio al Gran Premio d'Ungheria con un terzo posto, che sarebbe rimasto il suo miglior risultato nel 1993. Concluse la stagione con un quinto posto in Australia, terminando ottavo in classifica piloti con dodici punti conquistati.
L'anno seguente le prestazioni migliorarono e grazie alla vittoria nel GP di Germania 1994, l'unica del suo secondo ciclo ferrarista, interruppe un digiuno di vittorie che durava da quasi quattro anni per la scuderia del Cavallino. Fine carriera con Benetton
Per il 1996, insieme al compagno di squadra in Ferrari Jean Alesi, si trasferì alla Benetton, che nel 1994 e 1995 aveva vinto i mondiali (2 piloti con Michael Schumacher ed uno costruttori nel 1995). Chiunque avrebbe auspicato ambizioni mondiali per una squadra dotata di due piloti così forti e dei migliori motori, i Renault dominatori degli anni '90. Invece la Williams mise in pista una vettura eccezionale, che sbaragliò il campo con Damon Hill e Jacques Villeneuve, mentre alla Benetton nulla girò per il verso giusto.
Il 1997 cominciò con le premesse del 1996 ed ebbe le stesse conclusioni deludenti. Gerhard fu di nuovo costretto ad arrancare, e dovette anche saltare tre gran premi, per problemi di salute e per la morte del padre in un incidente aereo. Gerhard ottenne però la sua ultima vittoria in carriera, nuovamente in Germania. Dopo maturò la decisione di ritirarsi a fine anno. Curiosamente, la prima e l'ultima vittoria di Berger in Formula 1 coincidono con la prima e l'ultima vittoria della scuderia Benetton. Berger lasciò la Formula 1 dopo aver disputato 210 GP, con 10 vittorie e 12 pole. Pur non essendo stato un campione assoluto, viene ricordato come un buon pilota, in particolare per la prima parte della sua carriera in F1. Fuori dalle corseTuttavia dopo l'abbandono delle corse, tornò nell'ambiente prima come responsabile dei motori BMW, poi come co-proprietario alla neonata Scuderia Toro Rosso, che rileva la Minardi, detenendone il 50%. Con la stessa scuderia, riassapora il gusto della vittoria come costruttore, quando il giovanissimo Sebastian Vettel di soli 21 anni, ottiene il suo primo successo al Gran Premio di Monza 2008, proprio al volante del team italiano. Berger il Simpaticone vs. Ayrton Senna Fu durante gli anni in McLaren che Berger divenne famoso per il suo lato umoristico. Leggende raccontano della quantità di scherzi ingegnosi attuati dall'austriaco per rompere la serissima routine dell'implacabile compagno Ayrton Senna. Senna, accettando la sfida, rapidamente fu sottomesso, e la pratica degli scherzi aumentò, oltretutto istigata da Ron Dennis. Leggende narrano di un incidente a Monza, in cui, su un elicottero comune, Senna vide volar via la propria nuova valigia contenente i propri effetti personali. Essendo costituita di fibra di carbonio, Senna era convinto avrebbe dovuto essere indistruttibile. Berger, senza esitazioni, aprì la porta dell'elicottero e gettò fuori la valigia, per testare l'ipotesi. "È caduta da qualche parte vicino alla pista, ma la trovammo ugualmente", fu il commento. In un'altra occasione, in una camera di un albergo australiano, Berger riempì di animali il letto di Senna. Ayrton, comprensibilmente infuriato, si confrontò col compagno apostrofandolo: "Ho trascorso l'ultima ora prendendo 12 rane nella mia stanza!". Berger replicò: "Hai trovato il serpente?". La spiegazione di Berger: "Infatti non erano rane, erano più grandi, più simili a rospi. In Australia hanno questi tipi di animali. Avevo pensato gli sarebbero piaciuti gli animali, ma chiaramente non fu così". Fu un incidente che richiamò in Senna un sentimento di rappresaglia, culminato nell'apposizione di un formaggio francese (dal fortissimo odore) nel sistema di aria condizionata della stanza di Berger. Un'altra leggenda racconta di Senna e del compatriota Mauricio Gugelmin, i quali decisero di riempire le scarpe di Berger di schiuma da barba durante una corsa su un treno rapido diretto a una cena in Giappone. Costretto a presentarsi alla cena indossando un tuxedo con scarpe da tennis, Berger promise vendetta: pochi giorni dopo, al Gran Premio del Giappone, Gugelmin fu avvicinato da Joseph Leberer, il nutrizionista del Team McLaren, che gli offrì un'aranciata fresca. Sempre allerta, Mauricio declinò la sospettosa offerta, spiegando poi: "Un'ora prima della corsa aveva schiacciato quattro pillole di sonnifero nel succo che mi mandò. Sarei rimasto fermo come un fesso all'inizio della corsa in cui si decideva il titolo mondiale. Le auto avrebbero ruggito in pista e io sarei rimasto a russare nel mio abitacolo, potete immaginarlo?". Più conosciuto è, probabilmente, un incidente in cui Berger sostituì la foto del passaporto di Senna con quella che Ron Dennis descrisse come "un equivalente degli organi genitali maschili". La fama di Senna gli consentì di vedersi raramente il passaporto ritirato, ma in un successivo viaggio in Argentina lo scherzo di Berger costò a Senna la reclusione per 24 ore. Come conseguenza, Senna incollò (con una superadesivo) tutte le carte di credito di Berger assieme. Berger non riservava il suo umorismo all'amico Senna, tanto che un altro episodio occorse anni dopo alla Ferrari. Berger e il collega Jean Alesi erano impegnati a ritirare la nuova auto speciale del direttore del team, Jean Todt, costruita dalla Lancia. Arrivati all'ingresso del tracciato di prova del team, Alesi perse il controllo dell'auto dopo che Berger, inaspettatamente, aveva tirato il freno a mano, causando il ribaltamento della vettura, che scivolò in questo modo fino allo stop all'uscita del tracciato stesso, nonché il ricovero in ospedale dell'incolpevole Alesi. Lo stesso Berger ammise ad un incredulo Todt, in cerca di spiegazioni, che avevano lasciato "leggeri segni di un cordolo (del bordo della carreggiata) sul tetto". Risultati in Formula 1
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